Gelosia, sangue, amore, morte, sono questi gli ingredienti di questo nuovo balletto. Il sipario si apre con la scena finale e poi attraverso una voce narrante si snoda man mano come riavvolgendo simbolicamente un nastro, come in un flashback , fino alla scena iniziale. Il problema che mi sono posto è: come allestire un’opera spesso “abusata”, realizzata innumerevoli volte e innumerevoli volte vista e ascoltata. Credo che nell’immaginario collettivo, quando si parla della Carmen, la si associ a delle immagini immediate: zingari, ventagli, Spagna, toreri e a tutto cio’ che il melodramma di Bizet si porta dietro; ho quindi pensato di andare in profondità, di immaginare una Carmen e soprattutto tutti gli altri personaggi con delle sfaccettature e dei profili completamente diversi o comunque mai rappresentati. Le due figure femminili (Carmen e Michela) sono completamente contrapposte, Carmen è esattamente come si comporta: balla, si muove,agisce, perché è l’energia primaria; che poi questo si rifletta in un voyerismo o in una proiezione di sensualità sugli uomini che la guardano, viene in seconda battuta. Michela è una donna che sa sostenere il peso della famiglia e della tradizione,che si prende cura degli altri, è la razionalità, il rispetto per le regole. Stesso concetto e stesse diversità verranno messe in risalto sulle due figure maschili : Don Josè un uomo che proviene da una famiglia abbiente, sarebbe dovuto diventare prete, ma in lui ha prevalso l’amore, si è macchiato di omicidio, è stato capace di auto distruggersi, fino alle estreme conseguenze. Parlando di Carmen diceva: “Mentiva, ha sempre mentito. Io non so se in vita sua abbia mai detto una volta la verita’. Ma quando mi parlava, io le credevo. Era piu’ forte di me”. Questo è il rapporto che lega Josè a Carmen, si tratta della consapevolezza dell’amore e del destino intesi come un’entità fatalmente predeterminata, che si vive sapendo perfettamente di non poterla alterare. Opposta invece la visione di Escamillo , vanitoso, prestante, bellissimo, forse anche un po banale. Ne è scaturito un balletto “facile da leggere”, perché non mi piacciono le cose complesse apparentemente: preferisco le cose che sembrano semplici ma che entrino in profondità.